Tanti hanno scoperto in prima persona come possa essere una vera impresa trovare lavoro, nonostante questo c’è chi decide di lasciare il proprio: ecco perché.
Avere una sicurezza sul piano economico è ormai diventato imprescindibile, sia per chi ha una famiglia da mantenere sia per chi vive da solo. Il costo della vita è purtroppo diventato sempre più alto, per questo non si può prescindere dall’avere un lavoro, anche se sta diventando sempre più difficile trovarne uno, al punto tale da ritrovarsi costretti ad accettare condizioni, anche contrattuali, che non sono delle migliori, con la speranza di poter ricevere un’offerta migliore.

Non si tratta purtroppo di una situazione che si trova a vivere in prima persona solo chi non più giovanissimo, ma anche i ragazzi e soprattutto chi è adulto e ha ancora diversi anni di fronte prima di arrivare alla pensione. E’ allo stesso tempo complesso individuare un settore che non sia in sofferenza, anche se questo non è una consolazione per chi è disoccupato. Eppure c’è chi decide addirittura di dare le dimissioni e non sembra essere pentito della scelta fatta.
Sei triste perché non trovi lavoro? Ecco cosa stanno facendo in tanti
Chi è disoccupato e si trova a trascorrere le giornate consultando offerte di lavoro sperando di ricevere una chiamata che possa smuovere la situazione è certamente depresso e può arrivare addirittura a perdere il sonno se non vede alcun cambiamento. In casi simili si è disposti ad accettare anche qualcosa di non così saltante, pur di non lasciarsi travolgere dalla noia, ma soprattutto dai debiti, che diventano sempre più importanti.
Ascoltare invece le testimonianze di chi decide di lasciare il proprio impiego senza troppi rimpianti, pur senza avere una proposta all’orizzonte può quindi sembrare sconcertante per chi sta affrontando uno stato simile, come se non si capisse la fortuna che si ha. E invece si tratta di un modo di agire che sta diventando sempre più diffuso e che sembra avere cause ben precise, che è importante analizzare.

A metterlo in evidenza è un sondaggio di Michael Page, da cui emerge come questo si pensi di lasciare tutto quasi all’istante, senza attendere di capire davvero se il ruolo che si è assunto faccia al caso proprio. Addirittura il 71% dei neo-dipendenti in Italia ha pensato di lasciare il proprio impiego dopo un solo giorno. Una percentuale che è quindi decisamente elevata e che stride ancora di più se confrontiamo con quanto avviene nel resto d’Europa, dove questo pensiero è stato fatto dal 46% delle persone. Non si può quindi non riflettere su questo, chiaro segno di come forse non tutte le aziende cerchino di curare il benessere dei propri dipendenti. Molti di loro, infatti vivono un trauma già al primo approccio. Del resto, sentirsi apprezzati al lavoro rende una persona più serena e la permette di rendere al meglio, rispettando le aspettative del diretto interessato e dell’impresa stessa.

La ricerca ha permesso inoltre di comprendere anche quali siano le cause di questa insoddisfazione così precoce. Il 43% ha dichiarato di essersi sentito spaesato, non avendo avuto alcuna comunicazione su come si sarebbe svolto il primo giorno di lavoro, il 79% ha invece ammesso di non avere partecipato ad alcun evento di benvenuto, cosa che invece avrebbe gradito perché avrebbe permesso di sentirsi più partecipi. Non si può trascurare anche quanto detto dal 22% degli intervistati, che ha riferito di non aver ricevuto supporto adeguato durante il periodo iniziale, aspetto determinante per capire cosa si debba fare.
Insomma, il mondo del lavoro in Italia vive una fase di incertezza dovuta ai pochi disponibili ma non solo, sarebbe importante invertire la tendenza in maniera drastica così da far sentire più sereni tutti.