Nelle ultime ore si è fatto un gran parlare di ipotetiche tensioni all’interno della stessa coalizione di governo, soprattutto in materia di politica estera
Il momento è indubbiamente delicato perchè sembra di essere arrivati a un reale punto di svolta. Da una parte c’è la profonda crisi che ancora provoca bombardamenti e morti nella guerra tra Ucraina e Russia, ma l’intervento deciso del nuovo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, da quando è arrivato alla casa Bianca, spinge per trovare un accordo tra le parti che sfoci in una tregua, dall’altra invece c’è un’Europa che, spinta da alcune nazioni in particolare, come Germania e Francia, con il benestare della presidente Von der Leyen, sembra voler quasi proseguire il conflitto, per mettere in risalto un pericolo russo tanto da programmare un esercito europeo pronto a difendere i confini del Vecchio Continente.

In questo scenario, tra vertici, riunioni e contatti telefonici, l’Italia è chiamata a fare la sua parte di alleata degli altri paesi europei, cercando però di aiutare anche a trovare la soluzione giusta per uscire da una crisi che non fa davvero più bene a nessuno. Ecco che quindi qualsiasi mossa o qualsiasi dichiarazione che esce dalla maggioranza può essere strumentalizzata per fini diversi.
Una politica estera di troppo
Poteva essere un weekend tranquillo anche dal punto di vista politico invece le polemiche e i botta e risposta si sono susseguiti anche all’interno della stessa maggioranza, portando così anche i leader dell’opposizione a spingere verso un vento di crisi e di divisioni interne che potrebbero tornare loro utile nel risiko di schermaglie politiche atte a portare consensi da una parte o dall’altra. La telefonata tra il vicepresidente del Consiglio e anche il leader della Lega, Matteo Salvini, con il numero due di Washington J.D.Vance, ha incendiato il panorama politico. Una scelta “particolare” che in ogni caso è sembrata andare non certo a favore della premier Meloni, intenta proprio a trovare il momento giusto per andare negli Stati Uniti e incontrare Trump e probabilmente anche Musk.

Una scelta quella di Salvini che ovviamente non è piaciuta a Fdi, anche se il ministro dei Trasporti si è subito affrettato a spiegare in un video social che la sua era semplicemente una chiacchierata preludio alla “volontà di una missione negli Usa con imprese e investitori”, per il rilancio della nostra economia in un momento in cui i dazi possono soffocare il commercio tra i Paesi. Una situazione di imbarazzo nella maggioranza cavalcata immediatamente dai leader dell’opposizione. “In qualsiasi Paese questo avrebbe già aperto una crisi di governo. È chiaro che il governo non sta più in piedi”, ha attaccato la leader dem Schlein in un video pubblicato sui suoi social.
La risposta del ministro degli Esteri
Ovviamente, anche se da palazzo Chigi è stato fatto di tutto per far passare la cosa in secondo piano e la premier si è ben guardata dal rilasciare dichiarazioni in merito, la questione non poteva passare almeno all’interno del suo stesso partito. Oggi è arrivata infatti la risposta del ministro degli Esteri Tajani, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, dove ha spiegato bene la portata della questione affermando che “la politica estera la fanno il presidente del Consiglio e il ministro degli Esteri”, cioè lui e la premier Giorgia Meloni e nessun altro, perchè “il resto sono solo iniziative legittime, ma personali”.

A gettare benzina sul fuoco però ci sono poi le parole del vicesegretario della Lega, Claudio Durigon, che ha dipinto Tajani come un ministro in difficoltà tanto da “farsi aiutare” dal Carroccio nel rapporto con gli Stati Uniti, segnale comunque di una qualche insofferenza che però ha trovato subito la risposta dello stesso Tajani che ha bollato il tutto in maniera molto precisa come “un partito quaquaraquà parla e dice senza studiare e riflettere”. Insomma i prossimi giorni saranno piuttosto caldi sul fronte della maggioranza.