Emergenza pediatri di libera scelta: mancano all’appello quasi 1.000 medici e la situazione peggiorerà nei prossimi anni
In Italia, la carenza di pediatri di libera scelta sta diventando un problema sempre più urgente, con conseguenze dirette sull’accesso alle cure per i bambini e sulle famiglie. Attualmente, mancano all’appello quasi un migliaio di professionisti, un numero che potrebbe aumentare drasticamente nei prossimi anni a causa dei pensionamenti previsti.

Secondo le stime, entro il 2026 oltre 1.700 pediatri di libera scelta lasceranno il servizio, mentre il ricambio generazionale resta un’incognita. Questa situazione è particolarmente critica in regioni come Lombardia, Piemonte e Veneto, dove trovare un pediatra disponibile sta diventando un’impresa sempre più difficile. La crisi è il risultato di una combinazione di fattori normativi, organizzativi e di programmazione.
Uno degli aspetti più problematici riguarda il numero di assistiti per ogni medico, spesso troppo elevato rispetto agli standard ottimali. Questo porta a lunghe liste d’attesa, difficoltà nell’accesso alle visite e un crescente sovraffollamento dei pronto soccorso, dove i genitori si rivolgono in mancanza di alternative. Inoltre, il sistema di formazione non è riuscito a bilanciare adeguatamente le borse di studio per le scuole di specializzazione con il fabbisogno effettivo del Paese, creando un vuoto nel ricambio professionale.
Assistenza pediatrica in crisi: le criticità e le possibili soluzioni
Un altro elemento chiave della crisi riguarda la normativa sull’assistenza pediatrica. La legge prevede che i bambini debbano essere seguiti da un pediatra di libera scelta fino ai 6 anni, ma tra i 6 e i 13 i genitori possono optare per un medico di famiglia. Nonostante ciò, la maggior parte delle famiglie continua a rivolgersi ai pediatri, portando il sistema al collasso.

Questa discrepanza tra normativa e realtà pratica rende ancora più difficile stimare con precisione il numero di specialisti necessari per garantire un servizio adeguato. Per affrontare questa emergenza, il governo sta valutando diverse soluzioni, tra cui la ridefinizione del rapporto ottimale tra pediatri e assistiti, fissando un massimo di 1.000 pazienti per medico. Un’altra misura in discussione è la modifica della fascia di età di competenza, per garantire una distribuzione più equa dei carichi di lavoro tra pediatri e medici di famiglia.
Tuttavia, il problema del ricambio generazionale resta aperto: se da un lato le borse di studio sono aumentate negli ultimi anni, dall’altro non è possibile prevedere con certezza quanti specializzandi sceglieranno di diventare pediatri di libera scelta. In questo scenario, è fondamentale anche considerare il calo delle nascite in Italia, un fenomeno che potrebbe influenzare il numero di pediatri necessari nel lungo periodo. La combinazione di questi fattori rende urgente l’adozione di misure strutturali per garantire la presenza capillare di pediatri di libera scelta su tutto il territorio nazionale, evitando un ulteriore deterioramento del sistema sanitario.