Novità sulla Carta d’identità, torna questa dicitura: la decisione della Cassazione

Nei giorni scorsi, la Corte di Cassazione si è espressa con una sentenza modificando una dicitura presente sulla Carta d’identità.

Torna sulla Carta d’Identità la dicitura “genitori” che sostituisce “madre” e “padre. A stabilirlo, con una recente sentenza, la Corte di Cassazione. I giudici della Suprema Corte hanno respinto il ricorso del Ministero dell’Interno presentato contro la decisione Corte d’appello di Roma che aveva disposto di disapplicare il decreto ministeriale del 31 gennaio 2019.

Carta d'Identità
Novità sulla Carta d’identità, torna questa dicitura: la decisione della Cassazione (Foto da Ansa) – Politicipercaso.it

Attraverso il decreto in questione, il Viminale aveva deciso di eliminare la dicitura “genitori” dal documento in favore di “madre” e “padre”. Per la Cassazione, però tali diciture sono da considerarsi discriminatorie in quanto non rappresentano tutti i nuclei familiari e i loro legittimi rapporti di filiazione. La sentenza ha inevitabilmente suscitato le reazioni del mondo della politica.

Carta d’Identità, torna la dicitura “genitore”: la sentenza della Corte di Cassazione

Con la sentenza numero 9216 del 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito il ritorno sulla Carta d’identità della dicitura “genitori” al posto di “madre” e “padre” che sono state giudicate discriminatorie perché non rappresentative dei diversi tipi di nuclei familiari esistenti.

Corte di Cassazione palazzo
Carta d’Identità, torna la dicitura “genitore”: la sentenza della Corte di Cassazione (Foto da Ansa) – Politicipercaso.it

La Suprema Corte, dunque, come riporta Agi, ha bocciato il ricorso presentato dal Ministero dell’Interno contro la decisione della Corte d’appello di Roma di disapplicare il decreto ministeriale, voluto dall’allora titolare del dicastero Matteo Salvini e che aveva eliminato dal documento la dicitura “genitore” in favore di “madre” e “padre”. Gli ermellini, in particolare, hanno preso in esame il caso di una coppia di donne che aveva chiesto di avere l’indicazione “genitori” sul documento del figlio. Il Tribunale di Roma aveva dato ragione alla coppia, così come la Corte d’Appello lo scorso anno. Adesso, anche il terzo grado di giudizio ha accolto la richiesta giudicando “discriminatorie” le diciture “madre” e “padre” che non sono “rappresentative di tutte le legittime conformazioni dei nuclei familiari e dei correlati rapporti di filiazione”. Nel caso di specie, inoltre, il decreto voluto da Salvini imponeva all’altra madre di veder “classificata la propria relazione di parentela secondo una modalità (‘padre’) non consona al suo genere”.

Non si sono fatte attendere le reazioni della politica. Il segretario di +Europa, Riccardo Magi ha accolto favorevolmente la sentenza della Cassazione spiegando che, nonostante siano stati necessari anni, i giudici hanno messo fine ad una norma “nata solo per discriminare”. “Sui documenti dei bambini ci sarà scritto solo ‘genitore’ – prosegue Magi – nell’interesse di tutte le famiglie, pechè genitore è chiunque ami i propri figli mentre troglodita è chi discrimina”. Il riferimento è all’ex Ministro Matteo Salvini che si era detto pronto ad introdurre le diciture “padre” e “madre” a costo di farsi definire “troglodita”.

La deputata e responsabile del dipartimento Pari opportunità della Lega Laura Ravetto, dopo la sentenza, ha affermato: “La Cassazione cancella mamma e papà, che per fortuna sono irrinunciabili per la natura e il buonsenso. Non ci arrenderemo mai”.

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