L’Europa torna a giocare alla guerra: ecco come funziona il ReArms-Readness 2030

Ottanta anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, i paesi membri della Comunità Europea tornano a parlare di minacce per la sicurezza nazionale e preparano un piano strategico

Negli ultimi decenni, nonostante le tensioni internazionali anche nella stessa Europa, con la disgregazione del blocco dei paesi comunisti e la guerra civile in Serbia, il Vecchio Continente ha vissuto un periodo florido di crescita economica continua e soprattutto di pace. Infatti si è pensato di riunire sotto un unico Parlamento, un’unica bandiera e un’unica moneta, la maggior parte degli Stati membri per avere un fronte comune sul piano economico, favorire le esportazioni e il commercio in genere.

Giochi di guerra
L’Europa torna a giocare alla guerra: ecco come funziona il ReArms-Readness 2030 – Politicipercaso.it

Ma le ultime tensioni internazionali, soprattutto per la guerra in Ucraina, con il ruolo degli Usa mutato, con una politica estera ancora più aggressiva, dopo l’elezione di Donald Trump, gli stessi equilibri interni alla Nato messi in discussione, hanno messo l’Europa in una posizione diversa e negli ultimi mesi si è ritrovata destabilizzata rispetto a situazioni che sembravano consolidate.

Si torna a parlare di esercito europeo

Nonostante la guerra scoppiata oramai tre anni fa all’interno della stessa Europa, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, un cittadino di una qualsiasi nazione dal Mar Baltico, al Mare Mediterraneo, fa fatica a pensare a possibili scenari simili per il resto dei paesi del Vecchio Continente.

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Ecco perchè la sorpresa è stata grande quando lo scorso Il 4 marzo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato una ambiziosa proposta per un importante progetto di riarmo a livello nazionale e comunitario, che ha già incassato il via libera del Parlamento europeo. In pratica l’Europa si prepara per un’eventuale guerra, un’eventuale aggressione soprattutto da parte della Russia di Putin. Un ritorno al passato che fa paura al solo pensiero, ma che sembra comunque ancora abbastanza anacronistico.

Un piano articolato su più punti

Si chiamerà ReArm Europe-Readiness 2030 il piano per il riarmo dei paesi dell’Unione Europea fortemente voluto proprio da Ursula von der Leyen. La data è precisa e serve a rimarcare l’obiettivo di avere una difesa comune europea entro cinque anni, perché le informazioni raccolte dalle intelligence dei paesi membri indicano quella scadenza come quella scelta dalla Russia per una prova di forza nei confronti della UE e della Nato. Si parla quindi di esercito europeo, una forza armata congiunta in grado di proteggere i confini da qualsiasi tentativo di destabilizzazione esterna. Un piano da 800 miliardi di euro, tutti a carico dei contribuenti, con prestiti e agevolazioni a tassi convenienti, per migliorare l’industria della difesa e rafforzare le capacità militari europee, diviso in 5 comparti principali.

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Il primo prevede di facilitare l’uso di fondi pubblici degli Stati membri per investimenti nella difesa, il secondo punto prevede la creazione di uno strumento da 150 miliari di euro per aiutare gli Stati a portare avanti nuove acquisizioni e progetti utili per la difesa comune, presentati da almeno due Stati. Il terzo punto riguarda l’utilizzo di fondi Ue per progetti con finalità legate alla Difesa, mentre gli ultimi due punti del piano prevedono la possibilità di mobilitare capitali privati e quelli della Banca Europea degli Investimenti per sostenere il riarmo. Insomma l’Europa si prepara a giocare alla guerra, ma non si capisce ancora quale sia realmente il vero nemico da combattere.

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