Arretrati pensione in attesa all’INPS: come ottenerli, quando spettano e perché possono restare bloccati per mesi
Ci sono molti pensionati che si trovano nella situazione paradossale di avere arretrati pensione in attesa all’INPS e, allo stesso tempo, di dover restituire somme ricevute negli anni precedenti. Una situazione apparentemente assurda, ma che trova spiegazione nelle regole che disciplinano il passaggio dall’Assegno Sociale alla pensione di vecchiaia contributiva.
Questo tipo di transizione riguarda tutti quei soggetti che, pur non avendo raggiunto i 20 anni minimi di contributi richiesti per la pensione ordinaria, hanno comunque versato alcuni anni di contributi dopo il 1995 e, una volta raggiunti i 71 anni di età (o meno, se ci sono figli), possono richiedere la pensione contributiva. Molti, arrivati a 67 anni, si vedono costretti a chiedere l’Assegno Sociale perché non hanno altra possibilità di sostegno economico. L’Assegno Sociale, però, è una prestazione assistenziale e soggetta a limiti reddituali annuali.
Ogni variazione nel reddito, anche del coniuge, può far perdere il diritto o ridurre l’importo erogato. Quando si scopre, magari tardi, che si ha diritto alla pensione di vecchiaia contributiva, scatta un meccanismo complesso: l’INPS riconosce il nuovo trattamento previdenziale, ma richiede la restituzione degli importi dell’Assegno Sociale ricevuti a partire dalla data in cui si aveva diritto alla pensione. È a questo punto che gli arretrati pensione in attesa all’INPS diventano un nodo da sciogliere.
Il blocco del pagamento degli arretrati pensione nasce dalla mancanza di un meccanismo automatico di compensazione tra quanto l’Istituto deve al pensionato e quanto il pensionato deve restituire all’Istituto.
In pratica, l’INPS liquida la pensione con decorrenza retroattiva (grazie anche agli sconti per figli, che anticipano la data di decorrenza), ma contemporaneamente emette una richiesta di restituzione per le somme dell’Assegno Sociale percepite “indebitamente” in quel periodo. L’interessato si trova così formalmente sia a credito che a debito. E, in assenza di un intervento manuale di compensazione, tutto resta fermo. Chi si ritrova in questa situazione farebbe bene a produrre una segnalazione ufficiale all’INPS, magari con l’aiuto di un Patronato, chiedendo esplicitamente l’applicazione della compensazione tra gli importi dovuti e quelli spettanti.
È importante agire per sbloccare la situazione, perché gli arretrati non vengono erogati se il debito con l’ente non viene formalmente estinto o se non viene approvata la compensazione. In casi come questi, non è raro che i pensionati restino per mesi in attesa di somme che sono a loro pieno diritto. La lentezza della burocrazia, unita alla mancanza di automatismi nella gestione delle pratiche, contribuisce a rendere complessa una situazione che potrebbe essere risolta con un semplice calcolo di saldo. Gli arretrati pensione in attesa all’INPS sono una questione reale e urgente per tanti cittadini che meritano una risposta chiara e tempestiva.
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