Dichiara il falso per ottenere il sussidio: il giudice le dà ragione

Incredibile eppure è successo veramente: il giudice ha dato alla ragione ad una donna che ha dichiarato il falso per ottenere un sussidio. Si crea un precedente importantissimo.

Dire la verità non è solo un dovere morale in quanto, da quel punto di vista, potremmo anche accettare che ognuno, in fondo, abbia una propria diversa visione dell’etica. Dire la verità in certi casi è un obbligo legale. Pensiamo, ad esempio, a quando siamo chiamati a testimoniare in Tribunale: mentire costituirebbe un reato.

giorgia meloni
Dichiara il falso per ottenere il sussidio: il giudice le dà ragione -(foto Ansa)- politicipercaso.it

Stesso discordo quando facciamo la dichiarazione dei redditi ogni anno: dichiarare il falso od omettere qualcosa è reato. Allo stesso modo è reato omettere informazioni e fare dichiarazioni non veritiere quando ci sono in gioco dei sussidi: tralasciare qualcosa per abbassare reddito e Isee è reato e comporta la revoca del bonus nonché a sanzioni e, in alcuni casi, è prevista persino la reclusione.

Eppure, di recente, un giudice ha dato ragione ad una donna che, al fine di ottenere il vecchio Reddito di Cittadinanza, aveva mentito. La donna non solo non è stata sanzionata ma ha vinto contro lo Stato. Questa sentenza, a ben vedere, crea un precedente che potrebbe essere molto rischioso.

Mente per ottenere il Rdc: il giudice le dà ragione

Il Reddito di Cittadinanza, come tutti ben sappiamo, ormai non esiste più: è stato ufficialmente abolito dal Governo di Giorgia Meloni con la legge di Bilancio del 2024. Una donna, in passato, per ottenere l’aiuto di Stato, aveva mentito omettendo dettagli importanti. Eppure un giudice le ha dato ragione.

martelletto di legno del giudice
Mente per ottenere il Rdc: il giudice le dà ragione/politicipercaso.it

Il vecchio Reddito di Cittadinanza, nato sotto forte spinta del Movimento Cinque Stelle durante il primo Governo di Giuseppe Conte, consisteva in un aiuto di 780 euro a famiglia (compreso il contributo per l’affitto) e poteva essere richiesto da tutti coloro che avevano Isee e reddito al di sotto di una certa soglia. L’importo poteva poi aumentare in base al numero di componenti della famiglia.

Di recente ha fatto parecchio discutere la sentenza di un giudice del Tribunale di Messina secondo cui mentire per ottenere un aiuto non è reato se non c’è dolo. Il caso, nello specifico, riguardava una donna di 38 anni che, alla fine, è stata scagionata in quanto il giudice ha ritenuto non ci fosse volontà di ingannare e che sussistessero tutte le condizioni per ottenere il RDC a prescindere dalla menzogna detta.

La 38enne era stata denunciata dai Carabinieri per aver omesso, nella domanda per ottenere il sussidio, l’indicazione del genitore aggregato che era detenuto. L’avvocato della Difesa, però, ha dimostrato che questa informazione era comunque presente in altri documenti allegati e che, in ogni caso, il genitore, non convivendo con la figlia, non inficiava in alcun modo il diritto ad avere il Reddito di Cittadinanza.

In accoglimento di questa tesi il giudice ha scagionato la donna da ogni accusa e, pertanto, non subirà alcuna sanzione e non dovrà restituire nemmeno un centesimo allo Stato perché non c’era dolo nella sua omissione. Questa sentenza fa discutere in quanto crea un precedente che potrebbe rivelarsi molto rischioso.

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