Nei giorni scorsi, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto Sicurezza, circostanza che ha scatenato le proteste delle opposizioni.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto Sicurezza, le cui norme erano in discussione da circa un anno. Un’accelerata quella dell’esecutivo che ha optato per il decreto-legge, il cui testo entrerà in vigore sin da subito dopo la sua pubblicazione, poi passerà al vaglio del Parlamento per eventuali modifiche e la conversione in legge, entro 60 giorni.

Rispetto a quello “bloccato” in Senato sono state apportate delle modifiche al testo approvato in Cdm. Dopo il via libera sono scattate delle polemiche ed i partiti dell’opposizione sono scesi in piazza per protestare. La premier, durante il Consiglio dei Ministri, avrebbe affermato che si tratta di un “provvedimento molto importante” il cui testo contiene norme “che non potevano più essere rinviate”.
Dl Sicurezza, cosa cambia dopo l’approvazione del Governo
Diverse manifestazioni sono state organizzate in varie piazze italiane per protestare contro l’approvazione del decreto Sicurezza arrivata nei giorni scorsi dal Consiglio dei Ministri, dopo oltre un anno di discussione sulle norme contenute nel testo.

L’esecutivo per sbloccare l’iter legato al provvedimento ha deciso di optare per lo strumento del decreto-legge: il ddl Sicurezza è divenuto così Dl Sicurezza ed è stato approvato direttamente dal Consiglio dei Ministri. In questo modo, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il provvedimento entrerà subito in vigore per poi passare all’esame del Parlamento che avrà 60 giorni di tempo per apportare modifiche e convertirlo in legge.
Come spiegato dall’esecutivo, al testo che si trovava in Senato sono state apportate delle modifiche, frutto della discussione in Aula. Tra le varie norme, contenute nei 38 articoli del testo, rientra l’introduzione della bodycam per le forze dell’ordine. Inasprite le pene per il reato di danneggiamento, se commesso con violenza o minaccia durante le manifestazioni pubbliche. Durante le manifestazioni pubbliche, inoltre, può scattare l’arresto in flagranza per il reato di lesioni personali gravi o gravissime ad un pubblico ufficiale.
Il blocco stradale, attualmente considerato un illecito amministrativo, diventa reato e possono scattare pene fino ad un mese di reclusione oltre ad una multa sino a 300 euro. Se il reato viene commesso durante una manifestazione da più persone, le pene salgono sino a sei anni.
La norma per quanto riguarda la resistenza passiva in carcere è stata modificata e riguarderà solo chi non rispetta gli ordini impartiti per il mantenimento dell’ordine e della sicurezza. La stessa norma verrà applicata anche per le rivolte nei Cpr, ma ne centri di accoglienza non viene applicato il reato di rivolta.
Altra norma rilevante introdotta è quella riguardante la vendita di schede sim ai migranti: secondo il testo per l’acquisto dovrà essere esibito un documento di identità valido o il passaporto. In principio, il testo prevedeva che non era possibile la vendita senza il permesso di soggiorno.
Infine, ha subito modifiche rispetto al testo precedente anche la norma riguardante la detenzione di donne incinte e con figli di meno di un anno. Secondo il provvedimento, il giudice potrà disporre la custodia cautelare presso gli Istituti di custodia attenuata e rimane. Rimane, dunque, il fatto che per le donne incinte e con figli piccoli evitare la detenzione in carcere non è più obbligatorio, ma facoltativo.

Per la premier Meloni questo provvedimento è “molto importante” e le sue norme non potevano più essere rinviate, soprattutto per i cittadini che erano in attesa di risposte da diverso tempo. Infine, la Presidente del Consiglio ha spiegato che le forze dell’ordine in questo modo potranno continuare il loro lavoro e “lo Stato sosterrà le loro spese legali se dovessero essere indagati o imputati per fatti inerenti al servizio”.
L’opposizione, come riporta Fanpage, si è schierata contro l’approvazione del testo e, secondo il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Angelo Bonelli, quanto accaduto rappresenta “un golpe”. Anche molte associazioni hanno protestato per l’approvazione del decreto e sono scese in piazza insieme ai diversi partiti dell’opposizione.