Andare in pensione con Quota 100 è una possibilità reale per molti lavoratori sebbene la misura ufficialmente non esiste più.
Ci sono delle caratteristiche delle pensioni anticipate che le rendono appetibili anche quando sono state cancellate dal Governo. Vale per Quota 100 ma anche per altri scivoli come Opzione Donna. Il pensionamento, dunque, non è più un miraggio per tanti lavoratori.

Gli scivoli di pensionamento anticipato attivi nel 2025 sono quelli utilizzabili lo scorso anno. Nessuna Riforma delle Pensioni ha modificato il sistema previdenziale, Quota 103, l’APE Sociale e Opzione Donna sono state nuovamente prorogate e si affiancano alle altre misure strutturali e non come la pensione anticipata ordinaria, la pensione precoci e la pensione contributiva.
Chi può dovrebbe approfittare di questa possibilità di uscita prima dal mondo del lavoro perché il Governo si muove in direzione di un ridimensionamento dei vantaggi per spingere i lavoratori a non andare in pensione. Non si può sapere se le misure continueranno ad esserci anche negli prossimi anni o se verranno cancellate. Non sarebbe la prima volta che uno scivolo sparisce come è successo a Quota 100. Parliamo di una possibilità di pensionamento risalente al 2021 che è stata sostituita da Quota 102 nel 2022 e da Quota 103 nel 2023.
Chi può andare in pensione con Quota 100 e perché
Conoscete il meccanismo della cristallizzazione del diritto? Permette il “congelamento” del diritto alla pensione in modo tale da poter andare in pensione negli anni successivi alla maturazione dei requisiti anche se la misura dovesse sparire. Quota 100 vanta proprio la cristallizzazione del diritto. Significa che chi al 31 dicembre 2021 soddisfaceva i requisiti di pensionamento può lasciare nel 2025 il lavoro seguendo quelle condizioni. Parliamo di 62 anni di età e 38 anni di contributi.

Ciò che non molti sanno è che pur non avendo maturato i 38 anni di contribuzione all’epoca si potrà ugualmente andare in pensione oggi con Quota 100 a determinate condizioni. Bisognerà essere un lavoratore che non aveva versato i contributi all’INPS da autonomo a causa di contenziosi e cartelle. Se ora i contributi sono stati versati possono essere conteggiati per il raggiungimento della soglia dei 38 anni. Stesso discorso per un dipendente che ha vinto successivamente al 2021 una causa con il datore di lavoro per stipendi non pagati o contributi non versati correttamente.
Ricordiamo che la cristallizzazione del diritto vale anche per Quota 102, la misura attiva nel 2022 che permetteva il pensionamento a 64 anni di età con 38 anni di contributi. E vale per Opzione Donna che prima delle modifiche consentiva il pensionamento a 59 anni se autonome e 58 anni se dipendenti con 35 anni di contributi (requisiti previsti nel 2021).