Comitato italiano per le Assemblee dei Cittadini estratti a sorte
Via di San Basilio 64, Roma
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Evento divulgativo – Sabato 19/12/2020

Evento divulgativo – Sabato 19/12/2020

Cosa sono le Assemblee dei cittadini estratti a sorte che stanno prendendo piede in tutto il mondo?
Perché siamo decisi a portare questo strumento in Italia con una Proposta di Legge?
Che cos’è Politici Per Caso, il comitato promotore di questa iniziativa, e come possono entrare a farne parte cittadini e associazioni?
Per rispondere a queste domande e continuare a fare rete in vista di una grande campagna popolare da lanciare nel 2021, abbiamo organizzato un evento divulgativo, ospiti di Più Democrazia Italia, che ringraziamo.

Abbiamo avuto con noi:

Rodolfo Lewanski: già professore associato di democrazia partecipativa presso il Dipartimento di Scienza Politica della Università di Bologna, e membro del Comitato Scientifico di Politici Per Caso.

Alice Priori: esperta di intelligenza collettiva, facilitazione dei processi partecipativi online e offline, coordinatrice di European CitizensLab, e membro del Comitato Scientifico di Politici Per Caso.

Samuele Nannoni: coordinatore di Oderal – Organizzazione per la Democrazia Rappresentativa Aleatoria e tesoriere di Politici Per Caso.

Ha moderato Lorenzo Mineo: coordinatore di Politici Per Caso

 

8 risposte

  1. guido bonvicini ha detto:

    Io parto dalla convinzione che i nostri politici al governo (come per i governi del mondo così detto “democratico”) non siano i fautori delle leggi e della governance, ma solo marionette agli ordini di poteri di controllo più forti. Finanziari o semplicemente di potere. Vedo quindi difficile un intervento dal basso come questo di cui voi fate parte. Bello per voi, per sentirsi utili e coinvolti, ma senza speranza di cambiamento, perché va a toccare i burattini, non i burattinai.
    Sarei felice di cambiare pensiero, per questo verrò ad ascoltarvi.

    • PoliticiPerCaso ha detto:

      Grazie Guido, ci farà piacere averla con noi e speriamo di riuscire a fugare i suoi dubbi.

      I fautori delle leggi sono coloro che le scrivono, quindi i politici. E’ tuttavia indubbio che, come dice lei, possa capitare che certi leggi siano “spinte” da forze e poteri terzi, grandi lobbies e gruppi d’interesse e che taluni politici siano indotti da questi stessi poteri ad accondiscendere all’approvazione di una legge piuttosto che di un’altra.
      Di per sé, l’influenza di portatori d’interesse sulla legislazione non è un male, né qualcosa di vietato. Tutti noi abbiamo degli interessi “di parte”, che possono non coincidere con quelli di tutta la comunità. E quando gruppi di persone si ritrovano uniti da questi interessi, ecco che nascono i “gruppi d’interesse”, per l’appunto.
      Il problema sorge quando la loro azione assume i tratti della corruzione, quando la loro relazione con i legislatori comincia a seguire logiche clientelari. Così facendo, di fatto questi gruppi assumono più potere dei legislatori stessi, e questo ovviamente è un problema. Perché chi legifera deve cercare di farlo nel perseguimento del maggior beneficio possibile per tutta la comunità, e non solo di una parte minima di essa. Fintanto che i vari gruppi palesano i loro interessi ai legislatori e questi ultimi sono lasciati liberi di decidere per il bene generale, il meccanismo è sano. Non lo è più quando i legislatori di fatto non si sentono più “liberi” di ottemperare a questo loro compito e cedono alla tentazione del benessere personale, sacrificando quello generale.

      Se per “burattinai” si intendono questi gruppi, è molto difficile agire su questi, perché la loro formazione è inevitabile; sono un prodotto delle società umane.
      Tuttavia, non è vero che cambiando la natura dei “burattini” non si ottiene alcunché. Anzi. Se per vari motivi, con vari correttivi ad hoc, questi burattini non sono più posti nelle condizioni di poterlo essere, anche i burattinai dovranno conseguentemente cessare di ottenere ciò che vogliono ottenere facendo i burattinai!
      In altre parole, oggi la classe politica (“burattini”) è vittima di logiche che la rendono molto esposta a influenze esterne. Il meccanismo elettorale già di per sé è soggetto a logiche clientelari. Altro elemento è la durata dei mandati. E’ evidente che se io siedo in Parlamento oggi e so che potenzialmente mi ci potrò sedere per molti anni ancora, farò di tutto per far sì che questo tempo sia il più lungo possibile.

      Per rimediare a tutto questo (e a molto altro; ad esempio, la scarsa coscienza civica, la scarsa responsabilizzazione ecc ecc) la nostra proposta come Politici Per Caso è di rinforzare il sistema democratico e la politica con l’immissione di un elemento di novità: un canale parallelo a quello della democrazia rappresentativa elettiva, che porti cittadini comuni al cuore dei centri di potere. Cittadini comuni scelti con campionamento casuale (sorteggio=tutti possono essere scelti) stratificato (si cerca di ricreare una società in piccolo all’interno degli organi deliberativi) e frequente (mandati dei cittadini che durano quel tanto che basta per poter dare il loro contributo, senza diventare “parte integrante del sistema”).
      Ecco, questi cittadini – per tante altre ragioni che approfondiremo magari nell’evento – non saranno più dei burattini. Non ne avranno la possibilità.

  2. Rosario Brillante ha detto:

    Ritengo che vada distinto il tema della formazione di una classe dirigente (politica ma non solo) di un Paese da quello della partecipazione dei cittadini nel processo decisionale e legislativo. In entrambi i casi si tratta a mio parere di strutturare processi non solo culturali e formativi ma anche istituzionali. Ripensando e regolando anche il concetto di “partito” e la loro funzione nel Paese. L’idea dei “politici per caso” ha il suo fascino a condizione che non si tratti di contrapporre un paese reale (i cittadini) al “principe” (la politica); bensì di uno stimolo ad aprire una nuova stagione di partecipazione democratica.

    • PoliticiPerCaso ha detto:

      Grazie Rosario.
      Siamo assolutamente d’accordo.
      Nessuno vuole contrapporre, anzi! Qui c’è da unire, da ristabilire un patto sciale, da ricucire un rapporto che governati e governanti.

  3. Luciano Peccianti ha detto:

    A Siena coordino con incarico biennale un gruppo di cittadini costituito in associazione che si chiama Idee in comune – Comunità monitorante. Il nostro statuto, il codice etico e quello che facciamo si trovano sul Blog http://www.ideeincomunesiena.it. Siamo interessati a conoscere ogni esperienza rivolta alla trasparenza, alla partecipazione e all’allargamento della democrazia.

    • PoliticiPerCaso ha detto:

      Gentile Luciano,
      grazie del suo messaggio.
      Siamo anche noi molto interessati alle vostre attività. In fondo, siamo accumunati dagli stessi obiettivi.
      Speriamo di vedervi all’evento di sabato e di indagare la possibilità di un rapporto più stretto!

  4. Ermanno Piergiacomi ha detto:

    Con una partecipazione casuale di cittadini, estratti a sorteggio, chi può garantire che le iniziative che vengono portate avanti, quando richiedono molto tempo per la loro concretizzazione, si abbia una memoria soddisfacente sulle iniziative già prese sapendo che i cittadini di volta in volta impegnati possono cambiare?
    Non si corre il rischio di vedere movimenti già conosciuti che poi alla prova pratica hanno palesato evidenti difficoltà?

    • PoliticiPerCaso ha detto:

      Gentile Ermanno,
      le Assemblee dei Cittadini sono organi temporanei. Il loro scopo non è quello di creare una classe dirigente, bensì una cittadinanza informata, consapevole e responsabile. Il gruppo di cittadini sorteggiati chiamati a comporre l’Assemblee dei Cittadini sul tema x non sarà lo stesso chiamata comporre l’Assemblee dei Cittadini sul tema y. Ed è proprio questo frequente e costante ricambio il punto di forza di queste esperienze. Dare a chiunque, in potenza, la possibilità di partecipare, contribuire, informarsi e fare la differenza.

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